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Una campagna di comunicazione e una petizione per chiedere un futuro senza campi rom

In Italia, migliaia di persone vivono ancora segregate nei cosiddetti “campi rom”, luoghi di marginalizzazione e privazione che impediscono il pieno accesso ai diritti fondamentali. Con una campagna di comunicazione e una petizione rivolta agli amministratori locali, l’Associazione 21 Luglio prova a fare un altro passo concreto verso un futuro di vera inclusione per rom e sinti.

Istituiti ormai più di 30 anni fa, i cosiddetti “campi nomadi” sono stati a lungo presentati come la dimensione di vita più consona per rom e sinti, addirittura dei luoghi capaci di rispettare e proteggere la loro cultura. Così, negli anni, questi insediamenti si sono moltiplicati, fino ad essere considerati un dato di fatto, una realtà inamovibile. Nulla di tutto ciò, però, è vero. I campi rom non sono una necessità e possono e devono essere superati. Il motivo è molto semplice: al loro interno, le condizioni di vita in cui rom e sinti sono costretti a vivere sono inaccettabili. I campi sono luoghi di segregazione e privazione di diritti, in cui nessuno sceglie di vivere. Partendo da questa constatazione, l’Associazione 21 Luglio è da anni impegnata per stimolare le amministrazioni locali, che hanno potere decisionale su questi insediamenti, ad avviare programmi per il loro superamento e la costruzione di percorsi di reale inclusione. L’ultimo tassello di questo impegno è rappresentato dal lancio di una campagna di comunicazione e di una petizione dedicate.

Cosa significa davvero “superamento” dei campi rom?

Dove non c’è campo: la campagna per il cambiamento

La campagna di comunicazione è costruita intorno allo slogan “Dove non c’è campo”, che pone l’attenzione su tre aspetti fondamentali che condizionano la vita delle comunità rom e sinti:

  • Scuola: senza un accesso regolare all’istruzione, i bambini rom rischiano di restare intrappolati in un ciclo di esclusione e povertà;
  • lavoro: l’assenza di opportunità lavorative stabili perpetua l’isolamento sociale e l’indigenza delle famiglie;
  • Casa: il diritto a un’abitazione dignitosa è un elemento chiave per costruire un futuro senza discriminazioni.

Aiutaci a superare i campi rom, la petizione rivolta agli amministratori comunali

Alla campagna è collegata anche una petizione che ogni cittadino può firmare e che è rivolta agli amministratori comunali. Il superamento dei campi rom, infatti, dipende in gran parte dalle politiche territoriali. Per questo, la petizione chiede alle istituzioni locali di adottare strategie che favoriscano l’integrazione e l’accesso ai diritti fondamentali per tutte le persone, senza distinzione.

Per diffondere questo importante messaggio, però, è necessario il supporto di tutti. Ognuno può contribuire firmando e condividendo la petizione. Il superamento dei campi rom non è solo un passo verso la giustizia sociale, ma anche un’opportunità per costruire una società più equa e inclusiva.

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Chiusura dei “campi rom”? Meglio parlare di superamento, con il modello Ma.Rea.