Il Comune di Pavia verso la costruzione di un nuovo campo per soli sinti. La risposta di Associazione 21 luglio
Il Comune di Pavia, all’interno di un’azione volta a risanare le aree dell’ex Gasometro e dell’ex piscina comunale, intende realizzare un nuovo “campo sinti” nel quale trasferire le famiglie (265 persone) residenti dal 1984 nell’insediamento di Piazza Europa. L’insediamento insisterebbe sopra un terreno di circa 8.600 metri quadrati all’estrema periferia orientale del capoluogo lombardo, in prossimità della Tangenziale Est.
Tale azione, secondo Associazione 21 luglio appare segnata da un forte carattere discriminatorio oltre che in netta controtendenza rispetto a quanto registrato negli ultimi anni in Italia.
Secondo Associazione 21 luglio realizzare oggi un nuovo insediamento monoetnico rappresenta un’azione ormai riconosciuta universalmente come discriminatoria perché finirebbe con il tradursi, a fronte della legittima necessità di spostare famiglie da uno spazio abitativo a un altro, nel fornire un’alternativa abitativa “speciale”, riservata esclusivamente a un gruppo etnico.
Di fronte a un’emergenza abitativa, infatti, risulta dal profilo discriminatorio qualsiasi azione che contempi un abitare diverso dagli altri e dalla connotazione etnica.
A livello europeo il Comitato Europeo per i Diritti Sociali (CEDS), il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa (CommDH), il Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale (CERD), l’Alto Commissario OSCE per le Minoranze Nazionali hanno ripetutamente dichiarato negli ultimi dieci anni il principio di non discriminazione laddove, a livello locale, si va concretizzando la costruzione e la gestione di insediamenti realizzati secondo un preciso criterio etnico perché riservati a comunità identificate come rom o sinte. Realizzare oggi un nuovo “campo sinto”, come è nelle intenzioni dell’Amministrazione di Pavia, si porrebbe in contrasto anche con la Direttiva europea n.2000/43/CE per la parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica
Sul fronte nazionale non va dimenticato come il 30.05.2015 il Tribunale di Roma, seconda Sezione, ha sancito per la prima volta il Italia il carattere discriminatorio della condotta di un’Amministrazione Comunale nella realizzazione di un insediamento riservato su base etnica a comunità rom e sinte.
Realizzare un nuovo campo sinti a Pavia appare in contrasto con gli obiettivi che il Governo italiano ha fatto propri nel febbraio 2021 tramite l’UNAR, quale Ufficio per il contrasto alle discriminazioni presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, mediante l’adozione della “Strategia Nazionale per l’inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti” per l’attuazione della Comunicazione della Commissione Europea n.173/2011. L’UNAR ha espressamente dichiarato come «la politica dei “campi nomadi” ha alimentato negli anni il disagio abitativo fino a divenire da conseguenza, essa stessa presupposto e causa della marginalità spaziale e dell’esclusione sociale per coloro che subiscono una simile modalità abitativa”. […] In particolare è un’esigenza sempre più sentita dalle stesse autorità locali il superamento dei campi rom/sinti, in quanto condizione fisica di isolamento che riduce la possibilità di inclusione sociale ed economica delle comunità rom, sinte e caminanti».
Sia la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei Diritti Umani del Senato, sia l’UNAR, riportando dati acquisiti sia dall’ANCI e che dall’ISTAT, hanno più volte segnalato l’esistenza di «un ampio spettro di opzioni abitative alternative ai campi rom e sinti, peraltro già positivamente sperimentate in numerosi Comuni italiani» attraverso processi partecipativi che hanno coinvolto in primis gli stessi residenti. In Italia negli ultimi 4 anni sono stati già chiusi 26 insediamenti rom e sinti e attualmente sono 21 i campi in fase di superamento. Da questo punto di vista la stessa Associazione 21 luglio offre formazione, assistenza e consulenza – anche e soprattutto attraverso la disseminazione di buone pratiche e di “linee guida” – a quelle Amministrazioni che intendono implementare azioni di definitivo superamento attraverso politiche inclusive.
In Italia realizzare oggi un nuovo campo per soli rom o sinti appare anacronistico anche in considerazione del fatto che l’ultima costruzione risale al 2018 nel Comune di Afragola, in provincia di Napoli.
Proprio per questo lo scorso 7 aprile 2022, lo stesso presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei Diritti Umani del Senato ha dichiarato la necessità di lavorare con il «massimo sforzo» verso il superamento definitivo campi rom e sinti: «Un lavoro che deve essere portato avanti a tutti i livelli, da quello nazionale a quello locale. La politica deve farsi carico di questa situazione mettendo in campo misure concrete per far sì che ci sia una vera inclusione sociale di tutte le comunità Rom e Sinti presenti sui territori».
Alla luce di quanto riportato Associazione 21 luglio, disponibile ad avviare un’interlocuzione con l’Amministrazione di Pavia, ha inviato una segnalazione all’UNAR, chiedendo all’Ufficio di valutare l’eventuale profilo discriminatorio nella decisione di realizzare un nuovo insediamento monoetnico sul territorio di Pavia e, in caso affermativo, di intraprendere le opportune misure.
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