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Integrazione dei bambini rom, sinti e caminanti: 40 milioni di euro dal Piano Nazionale Inclusione e lotta alla povertà

Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali finanzierà con 40 milioni di euro 31 progetti in tutta Italia per l’inclusione e l’integrazione dei bambini rom, sinti e caminanti (RSC). L’intervento rientra nel Programma Nazionale Inclusione e lotta alla povertà 2021-2027 e si avvale dei soldi messi a disposizione del Fondo Sociale Europeo. Gli obiettivi sono ambiziosi e l’impegno importante, ma la sfida rischia di essere persa se le amministrazioni interessate mostreranno le debolezze e gli errori di sempre.

Ad oggi, in Italia si contano 97 baraccopoli istituzionali abitate da 11.040 rom e sinti. Di queste, 43 sono insediamenti abitati da 7.200 rom, 50 da 3.700 sinti, e 2 insediamenti misti abitati da 140 tra rom e sinti. In totale sono circa 2.500 le famiglie rom e sinte, comprensive di numerosi minori, che non hanno ancora un alloggio adeguato. Appare evidente, dunque, come garantire diritti e futuro ai bambini appartenenti a queste popolazioni sia un tema importante e urgente. Tra le varie misure introdotte dai Governi per affrontarlo c’è anche un recente bando del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che, nell’ambito del Programma Nazionale Inclusione e lotta alla povertà, ha destinato 40 milioni di euro, provenienti dal Fondo Sociale Europeo, proprio all’integrazione e all’inclusione dei minori RSC. Ecco di cosa si tratta.

Programma Nazionale Inclusione e lotta alla povertà 2021-2027, obiettivi e priorità

Il Programma Nazionale Inclusione e lotta alla povertà è un ampio piano di interventi destinato a coprire il periodo di tempo che va dal 2021 al 2027 e sviluppato in coerenza con le strategie internazionali ed europee su questi temi, dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile al Pilastro europeo dei diritti sociali. L’obiettivo con cui è stato elaborato il programma è ambizioso: promuovere l’inclusione sociale e il contrasto alla povertà di coloro che si trovano in condizioni di estrema marginalità. Il tutto, mediante un approccio integrato che vada a risolverne le cause profonde e prenda in considerazione le esigenze delle diverse fasi della vita. Le popolazioni rom, sinti e caminanti sono espressamente menzionate come beneficiarie di questi interventi, viste le profonde condizioni di disagio in cui spesso si trovano a vivere.

Nello specifico, il piano si pone cinque finalità:

  • finanziare servizi o attività innovativi che costituiscano la base per la definizione di nuovi livelli essenziali delle prestazioni;
  • realizzare azioni rivolte a segmenti specifici della popolazione o a particolari contesti territoriali ad alto tasso di disagio;
  • attivare linee di intervento dedicate a fasce di popolazione non adeguatamente intercettate in sede di PNRR e di altri fondi nazionali;
  • integrare i progetti PNRR, soprattutto in riferimento alla componente servizi; 
  • rafforzare la capacità amministrativa.

All’interno di questo quadro, vengono identificate anche quattro priorità su cui lavorare:

  • sostegno all’inclusione sociale e lotta alla povertà;
  • child guarantee;
  • contrasto alla deprivazione materiale;
  • interventi infrastrutturali per l’inclusione socioeconomica.

Child guarantee, la priorità 2 del Programma

In tema di inclusione e integrazione dei bambini rom, sinti e caminanti, la priorità che viene in rilievo è proprio la numero 2, intitolata Child guarantee e articolata in due obiettivi:

  • garantire a tutti i bambini l’accesso a servizi di qualità, in materia di scuola, sanità e protezione sociale;
  • garantire l’integrazione sociale dei bambini poveri e indigenti.

Il bando del Ministero del Lavoro e le Politiche Sociali: 40 milioni di euro per integrare i minori RSC

È in questo quadro che si colloca il bando emanato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e destinato a finanziare con 40 milioni di euro progetti nazionali per l’inclusione e l’integrazione dei minori rom, sinti e caminanti, tra i 3 e i 18 anni. Lo scopo è duplice:

  • realizzazione di progetti di accompagnamento per bambini e famiglie RSC, finalizzati alla loro inclusione e integrazione;
  • realizzazioni di interventi socioeducativi e azioni di sensibilizzazione e orientamento rivolte all’intera comunità di bambini che frequentano gli istituti scolastici coinvolti nei progetti.

Le attività riconducibili al bando sono molteplici: dalla mediazione culturale ai seminari di formazione, dalle relazioni con le scuole e con i docenti alla promozione di interventi curriculari e extra-curriculari, dai laboratori creativi al doposcuola, dall’orientamento ai servizi sociosanitari alla fornitura di pasti.

L’esito del bando e le sfide del futuro: 31 progetti finanziati in tutta Italia (h2) L’esito del bando è stato reso noto a fine settembre e prevede il finanziamento di 31 progetti in tutta Italia, a cui andranno in media 1,3 milioni di euro ciascuno. Nell’elenco delle amministrazioni locali vincitrici figurano alcune delle aree metropolitane in cui le comunità rom sono più numerose, come Roma (destinataria di 2,2 milioni di euro), Milano (1,9 milioni), Bologna (1,3 milioni), Torino (1,3 milioni), Giugliano in Campania (1,9 milioni), Napoli (1,6 milioni) e Casoria (0,67 milioni). Ma ci sono anche province dove la presenza rom è esigua: Asti (1,8 milioni), Selargius (1,5 milioni), Genova (1,4 milioni), Latina (0,96 milioni). L’investimento è ingente, all’altezza della sfida ambiziosa che si pone. Se utilizzate al meglio, le risorse possono senza dubbio rappresentare una svolta decisiva nei processi di inclusione delle popolazioni RSC, troppo spesso costrette a vivere in condizioni dio profondo disagio. C’è però anche il forte rischio che le amministrazioni locali si presentino impreparate a questo decisivo appuntamento, non riuscendo a sfruttarlo al meglio per problemi che sono annosi: mancanza di personale adeguato, scarsa conoscenza del fenomeno, riproposizione di modelli di intervento fallimentari perché ancorati al passato. Una possibile soluzione è aprirsi alla consulenza e al supporto di realtà de terzo settore che da anni lavorano con le popolazioni rom, sinti e caminanti e ne conosco bene contesto e difficoltà.

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